Nel calcio assistiamo increduli ad una costante impennata delle cifre. Anche il più meritevole dei calciatori, si fa fatica a capire cos’abbia mai fatto per meritare uno stipendio così surreale. E poi leggi di storie che riportano questi alieni ad una dimensione più concreta: c’è Bacca il bigliettaio, l’infanzia difficile di tantissimi fuoriclasse sudamericani, e la Skoda di Hamsik.
Si, avete letto bene. La Skoda di Hamsik. Qualche mese fa il papà di Marek, Richard Hamsik, raccontava ai quotidiani di come lui e sua moglie abbiano sempre sostenuto le passioni dei propri figli, supportandone attitudini, propensioni, e sogni. Riguardo Hamsik, notarono subito come con la palla tra i piedi Marek sembrava sin da piccolo perfettamente a suo agio.
Si ripromisero che avrebbero fatto di tutto per lui, e quando lo ritennero abbastanza maturo da dare una risposta certa alla domanda: “E’ questa la strada che hai scelto? Il calcio?”, lui senza indugi disse di sì. Fu allora che papà Hamsik si rese protagonista di un gesto che vi lascerà senza fiato. Per comprenderne la portata è necessario spiegare un retroscena.
Nel 2002 Marek Hamsik sostiene un provino per lo Slovan Bratislava. Ovviamente l’esito è positivo, ma lo Slovan non può assicurarsi le prestazioni del giovane centrocampista di proprietà dello Jupie Podlavice perchè ha i conti in rosso. A questo punto interviene il papà di Hamsik. Chiede un prestito a due suoi amici, vende la macchina, una vecchia Skoda Felicia, e racimola quei 3000 euro necessari a riscattare suoi figlio dallo Jupie, per passare allo Slovan.
Poi si infila insieme al figlio e alla moglie in un’auto a due posti chiesta in prestito, e via per 212 kilometri fino a Bratislava, per portare fisicamente il futuro capitano del Napoli a giocare nella città che gli avrebbe consentito il grande salto. Dopo 6 mesi lì, verrà chiamato dal Brescia. E l’approdo in Italia avvicinerà Hamsik al suo destino, quella storia d’amore con Napoli che i soldi esterni non riescono ancora a disturbare.