Ha creato non poco allarmismo un servizio di Report andato in onda su Rai 3. Le mense scolastiche e la corretta dieta nelle scuole sono stati gli argomenti dell’inchiesta. Sotto la lente d’ingrandimento alcune scuole di Roma, Milano, Torino e Napoli e i rispettivi menù serviti, analizzati dall’epidemiologo, Franco Berrino.
A Napoli il servizio ipotizzava alcune irregolarità nel servizio mensa di una scuola, erogato dall’azienda E.P. Spa, scelta, come previsto dalla legge, attraverso un bando di gara del Comune di Napoli. Quello che emerge dalle immagini è che l’azienda, secondo quanto riportato, non distribuirebbe verdure biologiche, come c’è scritto sulle etichette delle vaschette consegnate a scuola, ma ortaggi normali surgelati. Il servizio, infatti, mostra un sopralluogo all’interno delle cucine, in cui l’unica busta di verdura che è stata ripresa, è una normale bietola surgelata.
E’ criticata, poi, la scelta del pangasio, una tipologia di pesce d’acqua dolce, importata dall’azienda dal Vietnam, dove si trovano i corsi d’acqua più inquinati del mondo, come il Mekong. Quello che traspare dal servizio è che nella mensa della scuola napoletana presa in esame non sarebbero serviti alimenti sani e biologici come i genitori si aspettano, ma di tutt’altra derivazione. L’epidemiologo, poi, ha aggiunto che la dieta scelta dall’istituto in questione sarebbe a base di troppe proteine animali, questo, però, non dipende dall’azienda che eroga il servizio mensa, ma dalla scelta della Asl del comune di appartenenza.
La denuncia andata in onda su Rai 3 ha generato un allarmismo tra molti genitori napoletani che si chiedono come sia possibile che a fronte di una spesa così alta, la fascia alta paga 4.50 euro per pasto al giorno, siano serviti alimenti tanto scadenti, come il pangasio o verdure non biologiche. C’è già chi ha chiesto una riunione nella scuola in questione per ricevere spiegazioni in merito.
Intanto noi, per completezza d’informazione, abbiamo ascoltato Salvatore Esposito, dirigente aziendale dell’E.P. Spa- azienda che si occupa del servizio mensa in diverse scuole napoletane- ascoltato anche nel servizio di Report. Esposito ha spiegato che quanto emerso nell’inchiesta televisiva non rispetterebbe la verità, poiché sarebbero state omesse molte parti, soprattutto quelle in cui è mostrata la provenienza degli alimenti biologici.
“Il servizio è molto capzioso, non è stato mostrato per quale motivo è stato scelto il pangasio, che tra l’altro non è l’unico pesce che serviamo, nei menù ci sono anche la sogliola, la platessa e il filetto di merluzzo. E’stato reintrodotto nel menù perché non ha spine”. Una delle accuse era il paese d’importazione di questo alimento, il Vietnam, dove scorrono fiumi altamente inquinati, ma secondo Esposito: “Se è distribuito in tutto il mondo, vuol dire che è commestibile“.
Anche la questione delle bietole biologiche, stando a quanto ci ha raccontato il dirigente della E.P. Spa, sarebbe stata montata ad hoc, questo perché: “Non è stata fatta vedere la parte in cui mostriamo le confezioni degli alimenti, in cui è segnata la rintracciabilità del prodotto e la percentuale biologica. Hanno fatto i sopralluoghi in due nostri centri, ma hanno tagliato la parte in cui facciamo vedere le confezioni, in cui è segnato il CIG (ndr, codice identificativo di gara che deve comparire su ogni lotto e su cui sono indicate le materie prime degli alimenti)”.
Il servizio di Report ha comunque generato il panico tra molti genitori napoletani, che non si sentono più tranquilli a far mangiare ai loro figli quanto distribuito dalle mense scolastiche. “Noi riceviamo controlli costantemente dalla Asl e dagli organi competenti– ha concluso Salvatore Esposito- ogni sei mesi dobbiamo inviare un report al Comune di Napoli che verifica se quanto pattuito sia rispettato. L’Asl provvede a controllare e ad effettuare esami anche sugli alimenti che serviamo. Il Comune di Napoli è quello che effettua più controlli. Noi come azienda provvederemo a difenderci da quanto emerso da questo servizio“.