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Uccisa dal marito, la lettera choc: “Se muoio, affidate i miei figli a mamma e papà”

Una tragedia annunciata da una lettera scritta tre anni e mezzo fa. Da tempo il matrimonio tra Carmine D’Aponte, 33 anni, e Stefania Formicola, 28 anni, era minato dai comportamenti violenti dell’uomo, che più volte ha picchiato la donna fino ad arrivare a puntarle una pistola contro quindici giorni fa.

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Ieri mattina, intorno all’alba, il drammatico epilogo: Carmine cerca nuovamente Stefania per un chiarimento, per farla ritornare sui suoi passi dopo la decisione presa nelle scorse settimane di rientrare a casa dei genitori a San Marcellino, comune al confine tra Caserta e Napoli. Stefania ieri gli ha dato nuovamente fiducia, decidendo di salire su quell’auto dalla quale non è più scesa.

Pochi chilometri quelli percorsi dal 33enne, il tempo di arrivare nel vicino comune di Sant’Antimo e fermarsi in via Plutone, una stradina poco frequentata. Lì inizia l’ennesima discussione che si conclude con un colpo di pistola all’addome di Stefania. La donna muore sul colpo. Il marito omicida, sconvolto, chiama i soccorsi del 118 e attende il loro arrivo.

“Carmine era solito inginocchiarsi e chiedere scusa dopo averla però violentemente percossa” ha raccontato la madre della vittima in un’intervista a Il Mattino. Una routine che la donna aveva purtroppo accettato, senza mai trovare il coraggio e la forza di denunciare tutto alle forze dell’ordine. Forse perché aveva paura o perché voleva dare ai suoi due figli la possibilità di avere ancora una famiglia unita.

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Disperata la famiglia di Stefania. Un tragedia annunciata da tempo, addirittura con una lettera scritta il 28 aprile del 2013, ben tre anni e mezzo fa. La mostra sempre la madre della 28enne nella videointervista.

«Alla mia morte, qualunque ne sia la causa, mio figlio deve essere affidato a mia madre e mio padre e in caso di loro morte a mia sorella Fabiana»

All’epoca la coppia aveva solo un figlio, poi poco dopo Stefania rimase nuovamente incinta ma gli atteggiamenti del marito non sono mai cambiati. Una matrimonio segnato anche dalla frustrazione dell’uomo, lavoratore precario con precedenti per furto.