Della tragedia del Titanic si è dibattuto molto nel corso della storia. Sono stati scritti libri su uno dei naufragi che è stato tra i più tragici di tutti i tempi. E’ stato girato anche un film che ha riportato alla ribalta la storia della nave affondata nel 1912, dopo essersi scontrata contro un iceberg. A distanza di anni ricompare una versione diversa di quanto accadde.
A raccontare una storia nuova è il figlio di un superstite campano, ormai deceduto, della tragedia del Titanic. Si tratta di Raimondo Vitillo, nato in un piccolo comune dell’avellinese, Ariano Irpino nel 1888. Lui quel 14 aprile del 1912 era sul Titanic e riuscì a sopravvivere alla tragedia. Ha sempre raccontato che la nave non è affondata per il motivo che tutti conosciamo.
“Il Titanic non è affondato per la collisione con un iceberg nella notte tra il 14 e 15 aprile 1912 ma perché è stato speronato da un piroscafo che batteva bandiera olandese o svedese“.
Questa è la versione sempre sostenuta da Raimondo Vitillo e ripresa, oggi, dal figlio, Carmine: “Mio padre tutte le volte che tornava sull’argomento non ha mai cambiato versione, neppure nei piccoli particolari perché quell’episodio è rimasto scolpito in maniera indelebile nella sua mente“.
Raimondo Vitillo quella notte uscì fuori al ponte per prendere un po’d’aria e ammirare il paesaggio. Mentre passeggiava sulla parte esterna della nave, ascoltò tre fischi, poi sentì il forte boato e vide un piroscafo andar via. Non riuscì a capire se la bandiera fosse svedese o olandese. Poi ha spiegato il figlio: “Mio padre inviò molte lettere all’Ambasciata raccontando la vera storia di cos’era accaduto quella notte sul Titanic, ma non ha mai avuto risposta”. Una testimonianza che, però, fino ad oggi non ha mai trovato conferma.