Resta ancora da chiarire l’omicidio di Marco Mongillo. Il giovane pizzaiolo di 19 anni è stato ammazzato a Caserta da un colpo di pistola alla testa. Poche ore dopo la sua morte, si è costituito l’amico che era con lui Antonio Zampella. Il ragazzo ha raccontato che si sarebbe trattato di un gioco finito male.
Marco Mongillo, stando a quanto ha raccontato Zampella, sarebbe morto per una roulette russa finita tragicamente. Parole queste a cui non crede la madre della giovane vittima. Intanto nella prima confessione Antonio Zampella ha dato la sua versione su quanto è accaduto prima che il suo amico morisse.
Il ragazzo ha raccontato che prima di cominciare il folle gioco, lui e Marco si sarebbero fumati uno spinello. Dopo ha fatto vedere all’amico una pistola che aveva comprato, poi ha cominciato a giocarci, puntandosela alla testa e sparando. Per due volte, ha spiegato, non è uscito nessun colpo, infatti, credeva fosse scarica. Ma quando ha compiuto la stessa azione verso Marco, il colpo è partito, ammazzando il ragazzo. Come si legge dal quotidiano Il Mattino, ha detto:
Abbiamo fumato uno spinello dopo pranzo. Dopo lo spumante, ho deciso di far vedere a Marco la pistola che avevo comprato a Castelvolturno. Ho impugnato l’arma e più volte, ridendo, l’ho messa sul tavolo per gioco. Infine ho premuto il grilletto appoggiando la pistola sulla mia tempia. Per ben due volte il colpo non è uscito. Ero convinto che l’arma fosse scarica. Ho dato una pacca sulla spalla a Marco dicendo di stare tranquillo, tanto non sarebbe accaduto nulla. Poi l’ho messa sulla sua fronte, così, ed è uscito il proiettile. Ho visto il sangue. E non ricordo più nulla. So soltanto che non volevo finisse così”.
La confessione del ragazzo è al vaglio degli inquirenti che continueranno le indagini, per far luce sull’omicidio di Marco Mongillo. La famiglia del ragazzo si è costituita parte civile e aspetta che sia fatta chiarezza su questa terribile vicenda.