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I lo Russo cercavano le vittime su Facebook, la camorra nell’era del web 2.0

Secondo quanto si apprende dall’edizione on line del quotidiano Il Mattino il clan lo Russo era molto organizzato in tutti i settori della malavita. L’esponente del clan, il boss di Miano Carlo lo Russo, è intercettato mentre parla con la moglie a proposito della ricerca delle persone dal eliminare mediante l’uso dei sociale network.

Alcune delle parole utilizzate dai due coniugi mentre ricercavano su Facebook le vittime da colpire erano: “Vedi qualche cognome che sai“, “Metti il fratello… vedi se ci sta“, “Vedi le persone che hanno scritto mi piace“. Tra i nomi ricercati anche quello di Raffaele Cepparulo, ucciso il 7 giugno scorso a Ponticielli, che su Facebook si definisce “Ultimo”, un esponente di un clan rivale dei lo Russo, i Barbudos.

Carlo lo Russo, in carcere per l’omicidio di Pasquale Izzi, è uno dei boss più pericolosi dei Capitoni di Miano e nella riorganizzazione del clan è stato ben attento ad allacciare rapporti di amicizia con gli altri gruppi camorristici decidendo anche di far guerra a tutti i clan rivali e soprattutto ad eliminare la sua ultima preoccupazione: i giovani boss del rione don Guanella, tra cui Walter Mallo, arrestato di recente, che stavano mettendo in serio pericolo le organizzazioni con continue incursioni.

Mario lo Russo, fratello di Carlo e oggi collaboratore di giustizia, racconta tutti gli aneddoti e i reati commessi dallo storico clan della periferia Nord napoletana e dichiara: “Carlo è molto pericoloso, vedete di arrestarlo quanto prima“.