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Chi chiagne fott a chi rire: origine del modo di dire napoletano

Chi chiagne fott a chi rire è un’espressione dialettale molto usata in tutta la città di Napoli. Si riferisce a tutte quelle persone che per indole o per carattere tendono ad avere un rapporto con l’esistenza un po’ lamentoso. Insomma quando sentite dire da qualcuno: “Eh chi chiagne fott a chi rire oì” significa che ci si sta rivolgendo a qualcuno che si piange addosso in continuazione.

Chi chiagne fott a chi rire: origine del modo di dire napoletano

Ma che cosa sta a significare di preciso il modo di dire “chi chiagne fott a chi rire“? È presto detto: chi si lamenta campa meglio di chi prende la vita con un sorriso. Le persone che tendono a piagnucolare su tutto, in pratica, vivono in condizioni più favorevoli, sotto tutti i punti di vista, di chi riesce a sorridere anche nelle sventure e quindi non fa mai trasparire emozioni negative.

Gli esempi sono davvero tanti: a tutti è capitato prima o poi di incontrare un conoscente che, alla domanda posta più per cortesia che per interesse “come va la vita?“, inizia a propinare i suoi guai coi figli, la moglie, il lavoro, le vacanze, lo stress. E il povero interlocutore costretto a fare di sì con la testa e assecondare i guai degli altri come se non ne avessimo già abbastanza di nostri.

Chi chiagne fott a chi rire: alcuni esempi di persone da evitare

Vi proponiamo un breve elenco delle situazioni tipiche in cui il modo di dire “chi chiagne fott a chi rire” calza a pennello:

1. Esami universitari. Decine di persone, stipate in un’auletta striminzita, preoccupate per l’esito del loro esame. L’ansia è alle stelle: gente che ripete ossessivamente, persone che guardano nel vuoto. All’improvviso interviene lui, il lamentoso. Le sue parole sono sempre le stesse: “non so niente ragazzi, non ho studiato nulla, non avevo il tempo, quello che mi vuole dare lo accetto subito“. Riuscite a indovinare il voto finale del suo esame? Esatto! 30 e lode fisso.

2. Ufficio di lavoro. Alle scrivanie decine di lavoratori sono incollati ai PC intenti a fare il loro dovere. Le pause pranzo durano 10 minuti e spesso non c’è nemmeno il tempo per un caffè. Eppure c’è sempre qualcuno che riesce a stemperare la tensione con qualche battuta che dona il sorriso a tutti. Il lamentoso, però, è sempre dietro l’angolo. Arriva tardi a lavoro, non si sa bene che ruolo abbia all’interno della società, è sempre con un caffè in mano o nella sala fumatori e ogni giorno se ne esce con le solite parole: “ah se non ci fossi io, ma non riuscite a fare niente senza di me? io ho da fare non posso pensare a voi!“. Molto probabilmente guadagna più di tutti i suoi colleghi.

3. L’amico ca’ se mett’ ‘acopp. C’è un momento della vita in cui, anche chi prende la vita con filosofia, ha bisogno di sfogare i suoi lamenti. E chi meglio di un amico per confidarsi? Lo si chiama per un caffè, lo si incontra e si inizia a parlare: “Sai ho un po’ di problemi in questo periodo“. A queste parole l’amico ca’se mett’ ‘acopp non resiste: “devi vedere io come sto inguaiato“, iniziando a raccontare tutti i guai dalla nascita dell’umanità ad oggi e ponendo te nella condizione di consolarlo e fargli fare una risata.

Insomma le situazioni per usare il detto “chi chiagne fott a chi rire” sono davvero tante. Sappiamo solo che è meglio affrontare le avversità con un sorriso che lamentarsi sempre di tutto quello che ci circonda. Dunque: nun ve lamentat’ semp guagliù.