Voce di Napoli | Navigazione

Modi di dire napoletani: che significa “‘E fatto fetecchia”?

I modi di dire napoletani regalano sempre significati unici. La vera originalità sta nel rendere le parole in dialetto conosciute e, di conseguenza, utilizzate anche nella lingua comune. Il dialetto ha il merito di avere sempre un’incisività maggiore rispetto alla lingua tradizionale. La locuzione partenopea “‘E fatto fetecchia” trova il motivo del suo significato nell’etimologia della parola fetecchia, utilizzata anche in italiano.

“‘E fatto fetecchia” è uno dei modi di dire napoletani più conosciuti. Questa locuzione dialettale è utilizzata da tutti, grandi e piccini. Generalmente si rivolge a una persona o una cosa che fa cilecca, che non riesce nel suo intento o nella sua funzione. Ma il motivo per il quale quest’espressione sottende il significato sopraindicato, va ricercato nell’etimologia della parola fetecchia, da cui deriva poi, tutto il senso della locuzione.

Modi di dire napoletani, “‘E fatto fetecchia”, il significato di una scoreggia non rumorosa

“‘E fatto fetecchia” è, dunque, un’espressione del dialetto partenopeo che trae il suo significato dalla singola parola fetecchia, originariamente napoletana e poi divenuta di uso comune anche nella lingua italiana. Ci sono due derivazioni che devono essere citate per comprendere il significato del vocabolo. La prima deriverebbe dal termine latino “foetere” che vuol dire puzzare, anche la parola “fete” però, significa cattivo odore.

Da qui la parola fetecchia, che compare in uno dei modi di dire napoletani più noti, originariamente nella sua forma dialettale, significherebbe una scoreggia priva di rumore ma di cattivo odore. In contrapposizione, quindi, alla parola napoletana pireto, che si riferisce a un’altra forma di flatulenza. E così si arriva al significato, oggi conosciuto, di una persona o una cosa di poco valore, che fallisce nel suo intento o nella sua funzione.

Si dice, ad esempio, “‘E fatto fetecchia” per riferirsi ai botti di capodanno, i più famosi “tricchetracche”, che non scoppiano come dovrebbero e a ogni altra cosa o persona che non “funziona” come previsto. Pensiamo al modo in cui quest’espressione è utilizzata per rivolgersi a un uomo che non ha avuto una buona prestazione a letto, diventando uno dei modi di dire napoletani tanto ironico, quanto offensivo.