Vomero

“Cuoppo allesse”: perché si usa per indicare una donna sgraziata?

Cuoppo allesse è un modo di dire molto utilizzato a Napoli. Questo termine si usa per riferirsi a una donna sgraziata, la cui dote sicuramente non è la bellezza né una forma fisica esile e aggraziata. È, dunque, un’espressione dispregiativa, che offende la persona a cui è rivolta. Il dialetto napoletano regala moltissime terminologie che celano motivazioni ben precise, spesso usate semplicemente come associazione a qualcosa.

Il significato letterale dell’espressione cuoppo allesse è il cuoppo di castagne arrostite, quel cartoccio di forma conica, utilizzato per servire questo frutto caldo. Partendo dall’etimologia delle due parole vediamo che il termine cuoppo deriva dal latino “coppam”, che vuol dire botte. Dal momento che le dimensioni sono superiori a quelle del cartoccio conico, si fa derivare il termine da una forma latina maschile “coppum”, che indica un recipiente di natura più piccola.

Allessa (termine singolare di allesse) indica la castagna priva della sua buccia, il significato deriva dal verbo latino, nella sua forma al participio passato, “elixare” che vuol dire far cuocere nell’acqua, pratica che si utilizza per cucinare anche le castagne. Il significato del cuoppo allesse è dunque quel cartoccio conico, fatto con un foglio di carta, in cui generalmente si servono le castagne per strada.

Cuoppo Allesse: il termine napoletano utilizzato per definire in modo dispregiativo una donna

Ma cosa centra un cartoccio conico con una donna sgraziata? L’associazione con il significato conosciuto, è data dalla forma che assume il cuoppo allesse. Non appena sono servite le castagne, il calore del frutto, appena cotto e, il nero che caccia la buccia interna, deformano il cuoppo, bagnandolo e macchiandolo. Il recipiente conico sporco e deformato diventa brutto. Da qui l’espressione è utilizzata per rivolgersi a una donna che non eccelle in bellezza e femminilità.

Cuoppo Allesse, come tanti altri modi di dire napoletani, ha un significato che a prima vista sembrerebbe lontano da quello per cui è impiegato comunemente. Ma risalendo all’origine del termine e alla sua accezione, ben si comprende per quale motivo, nella forma dialettale è usato in modo tanto dispregiativo.

Luigi Erbetta

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