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Morte di Ciro Esposito, De Santis: “Ho sparato io ma la pistola non era mia”

Continua il processo sulla morte di Ciro Esposito, il tifoso napoletano ucciso due anni fa, a Roma poco prima della finale di Coppa Italia, tra Napoli e Fiorentina. Daniele De Santis, l’imputato per l’omicidio del ragazzo, è stato oggi ascoltato dinanzi alla Corte d’Assise di Roma. Gastone, nome con cui viene chiamato a Roma De Santis, avrebbe ammesso di aver sparato i colpi di pistola che, in via Tor di Quinto, misero fine alla vita del tifoso del Napoli. Già le immagini, che ricostruivano l’episodio, raccontavano molto sulla sua colpevolezza, ma le sue dichiarazioni di oggi hanno confermato la verità dei fatti.

La difesa di Ciro Esposito spera nell’ergastolo per De Santis

Le domande dei pm e dei difensori della famiglia di Ciro Esposito, Angelo Pisani, Sergio Pisani e Damiano de Rosa, hanno ottenuto delle risposte importanti ai fini del processo. De Santis ha infatti dichiarato di aver sparato tra i quattro e cinque colpi di pistola e che era presente sul posto per far spostare i bus di tifosi che avevano invaso la strada. Un dettaglio però aggiunge l’ultras della Roma, la pistola utilizzata per ferire a morte Ciro, non era sua, ma di un gruppo di tifosi del Napoli che lo avevano aggredito e ferito ad una gamba e quindi non si sarebbe neanche accorto di aver colpito un ragazzo esplodendo quei colpi.

L’avvocato Pisani per Il Mattino, subito dopo il processo, ha dichiarato: “è una deposizione contraddittoria, non credibile, che rappresenta un’ulteriore, grande prova della sua colpevolezza. Auspichiamo che il pubblico ministero chieda ed ottenga la condanna all’ergastolo, perché la massima punizione del colpevole sarà unico modo per rendere giustizia alla memoria di Ciro e alla sua famiglia“. Si conclude oggi con l’interrogatorio di De Santis la fase dibattimentale finalizzata all’escussione dei testi. Per il 19 aprile è fissata la prossima udienza in cui ci sarà la requisitoria del pm.

redazione

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