Il tipico tarallo napoletano: nzogna pepe e mandorle, che oggi potremmo definire “street food” ovvero cibo da strada, è considerato dai partenopei uno sfizioso spuntino da consumare in qualsiasi occasione. Il classico? Tarallo caldo e birra ghiacciata. È consumato come aperitivo, nelle case o nei locali, anche se per il suo apporto calorico potrebbe supplire a un pasto completo.
Origini del tarallo
Questo delizioso “sfizio” ha una lunga storia alle spalle che risale al 1700, quando veniva utilizzato per sfamare i più poveri, nasce infatti come avanzo della pasta del pane. I fornai dell’epoca univano a questi scarti la sugna (grasso surrenale ricavato dal maiale) e il pepe e componevano delle striscioline che, una volte cotte passavano nella “sport ro tarallar” ovvero una cesta di vimini. Solo agli inizi dell’800 agli ingredienti si aggiunse la mandorla. Di questa famosa scoperta ne parla anche Matilde Serao nel suo celebre libro, Il Ventre di Napoli. Il tarallaro era una figura caratteristica di Napoli, che ritroviamo anche nei versi di una canzone di Pino Daniele.
Dove mangiare il tarallo napoletano
LEOPOLDO Sede principale: Via Foria 212
Numero uno del tarallo ‘nzogna e pep a Napoli è sicuramente Leopoldo, marchio dall’antica tradizione di tarallari. Ha aperto diverse sedi in tutta Napoli continuando a mantenere quell’antica ricetta che rende i taralli friabili e saporiti. I taralli, pepati, te li vendono caldi caldi e so ‘tropp sapurit. Inoltre hanno creato una linea di taralli vegani, all’olio di oliva, particolarmente leggeri. Il tarallifcio, anche pasticceria, è infatti sempre aperto alle novità e si adatta ai gusti dei propri clienti.
Passeggiando per il lungomare di Via Caracciolo potrete trovare diversi chioschetti, di lunga tradizione e abbastanza noti, in cui poter acquistare un buon tarallo, ma Leopoldo reste comunque una tappa fondamentale. Non lo batte nessuno!