Diciamocela tutta: Antonino Cannavacciuolo è il giudice più simpatico di questa edizione di MasteChef. Sarà pur vero che è grande e grosso e che una sua manata potrebbe letteralmente stenderti ma, allo stesso tempo, è quello che fa divertire di più. Proprio ieri ha rilasciato un’intervista a Libero Quotidiano ed ha svelato cose interessanti che nessuno sapeva sul suo conto. Un esempio? Nella sua cucina niente donne: “Quello della cucina è un mondo in cui devi fare molte rinunce e scelte drastiche, coi figli è più difficile. Il lavoro è tosto, l’uomo è più forte, lavora più ore, recupera maggiormente. La donna sotto stress tiene dentro, l’uomo si scarica, si sfoga. (…) Purtroppo il mondo dell’alta cucina è maschilista. Nella mia cucina non ci sono donne. Ma non perché non le ami. Anzi, mi affascina vedere una donna all’opera. Ma le proteggo. Ho avuto in cucina qualche donna e vedevo che soffriva. Non le voglio sfruttare“. Una vera scoperta questo Antonino Cannavacciulo che ha rivelato lati di sé davvero inediti.
Quando gli si domanda com’è la sua esperienza a MasterChef in compagnia di Carlo Cracco, Joe Bastianich e Bruno Barbieri, risponde con sincerità: “La tv rende più popolari, ho diverse aziende, un locale diverso dall’altro, per essere alla portata di tutti. (…) Sul set ci siamo fatti molte risate, c’è un aria positiva e sui social ho visto che si è notato. A Bruno Barbieri do più ceffoni di tutti, mi istiga. C’è un clima goliardico. (…) Sicuramente sono il più giovane. Gli altri hanno tutti 50 anni, sono vecchietti. Scherzo, naturalmente. Porto in tv il mio modo di essere, nessuno è un attore, non fingiamo“. Antonino Cannavacciuolo, poi, parla anche di come ha iniziato la sua avventura da chef: “Sono nato in una famiglia in cui il cibo è sempre venuto al primo posto. Mio padre insegnava cucina e faceva lo chef, mia madre si è dedicata ai figli e alla casa. La prima ricetta di cui ho memoria è il ragù. (…) I miei genitori volevano che facessi il dentista. Lo chef è un mestiere durissimo. (…) La competizione è massima. Oggi sei il migliore, domani sei incapace di cucinare. Come i calciatori. È un mestiere che ha una parte bella e una brutta. Altro esempio: ho 41 anni e non ho mai festeggiato un Capodanno, ho sempre lavorato. Non mi sono mai seduto a tavola con la famiglia a Natale. La Pasqua non so cosa sia. I giorni rossi nel calendario, che per tutti sono i festivi, per me significano giorni di fuoco. (…) Più che il compenso vero e proprio della tv sono importanti le sponsorizzazioni. Se Cracco è il volto di Scavolini, io faccio lo spot del gorgonzola e sto chiudendo con due marchi belli. Il mondo è degli sponsor, sono loro che fanno girare i quattrini, come accade anche nello sport“.
Lo chef più amato di tutti parla anche delle abitudini alimentari della famiglia dove la moglie è vegana ed il figlio Andrea segue la scia della madre, mentre la prima figlia Lisa mangia tutto: “Quando ci sediamo a tavola e cucina lei ci sono solo cose vegetali. Rispetto molto le sue convinzioni, conduce una vita sana. Andrea, mio figlio di 3 anni, è lo specchio della mamma: mangia solo insalate, verdure, pasta coi piselli, fagioli, ha deciso tutto lui. A Lisa, che ha otto anni, invece piace tutto“. L’ingrediente più odiato e quello più amato? “Non uso e non mangio il wasabi. È decisamente troppo aggressivo per i miei gusti. Non lo voglio nemmeno vedere. (…) L’alimento che amo, invece, è l’olio. Per un cuoco l’olio è come le note per un musicista. E parlo dell’extra vergine di oliva, gli altri non li conosco“. Esiste un cuoco più simpatico?
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