Della serie ‘non è vero ma ci credo’: i napoletani sono molto superstiziosi, il che è davvero originale dato che la religione è uno degli elementi portanti della città. Molto probabilmente, come dice Agnese Palumbo, autrice di 101 Cose da Fare a Napoli Almeno una Volta nella Vita, culto e tradizione hanno trovato un compromesso. Nel suddetto libro, una delle cose da fare a Napoli è ‘farsi collaudare i curnicielli’: cosa significa? Per capire appieno questa stramba tradizione bisogna prima spiegare cos’è il curniciello e qual è la sua storia. Questa, comunque, è solo una delle tante cose da fare a Napoli: tra caffè sospesi e innamorarsi sotto la finestrella di Marechiaro, non basterebbe una vita per conoscere la città fino in fondo.
Sembra una cosa su cui ridere e scherzare ma su questo i napoletani sono molto seri: il curniciello è sacro e ci sono alcune regole ben precise al riguardo da non tradire mai. Per prima cosa: la forma. Deve essere rigido a punta ma anche storto e con la gobba. Perché? Perché ‘o scartellat, cioè il gobbo, è un’altra figura portafortuna secondo la credenza popolare napoletana. Deve essere rosso, perché colore associato alla fortuna ed il materiale con cui è fatto il curniciello originale deve essere il corallo in quanto considerato prezioso e portafortuna, capace di allontanare le sciagure e proteggere le donne incinte. Altra caratteristica fondamentale del curniciello è che deve essere fatto a mano così che il potere benefico passi dalle mani di chi lo fa a chi lo riceve in dono. Si, il curniciello deve essere un dono e mai frutto di un acquisto! La fortuna non si compra, ma può essere augurata o passata, come energia pura, dall’uno all’altro.
Matilde Serao disse che la scaramanzia nacque a Napoli e che era un misto di superstizione e credenze di altre popolazioni portate all’eccesso. Questa è una qualità spiccata del napoletano che si conserva di generazione in generazione. Il curniciello, comunque, non nasce propriamente a Napoli in quanto già nella preistoria si considerava il cornetto rosso portatore di buon auspicio, cosa che poi si è tramandata nel tempo in diverse civiltà fino a fermarsi definitivamente qui, nella città del sole, del mare e della scaramanzia.
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