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Franco Di Mare: “Ho un tumore aggressivo, molto cattivo. Causato dall’amianto nell’aria”

Toccante il racconto che Franco Di Mare la scorsa domenica a Che Tempo Che Fa nella puntata di domenica 28 aprile. Il conduttore e giornalista ha raccontato di avere un tumore molto aggressivo, causato dalla respirazione delle particelle di amianto. E’ apparso in video con un tubicino in quanto legato a un respiratore artificiale.

“Mi sono preso il mesotelioma, un tumore molto cattivo” ha raccontato a Fabio Fazio “legata alla presenza di amianto nell’aria e si prende tramite la respirazione di particelle di amianto, senza rendersene conto”. Respira con “un tubicino legato a un respiratore automatico e mi permette di respirare in modo forzato, ma mi permette di essere qui a raccontare”.

“Tutta la Rai. Tutta. Si sono dileguati. Tutti i gruppi dirigenti, non quello attuale, ma quello precedente, quello precedente ancora”, ha affermato Di Mare. “Posso capire che esistano delle ragioni di ordine legale, sindacale, ma io chiedevo alla Rai lo stato di servizio che è un mio diritto, i posti in cui sono stato, così potevo provare a chiedere alle associazioni di categoria cosa fare… Sono spariti tutti. Se io posso arrivare a capire, e non è che lo debba fare per forza, che possano esistere ragioni legali o sindacali, quello che capisco meno è l’assenza sul piano umano. Persone a cui parlavo dando del tu, perché ero un dirigente Rai, sono sparite, si sono negate al telefono, a me. Come se fossi un questuante. Io davanti a un atteggiamento del genere trovo un solo aggettivo: ripugnante”.

Durante il colloquio con Franco Di Mare, Fabio Fazio ha ricordato come sabato 27 aprile ricorresse la giornata dei lavoratori vittime dell’amianto. Il giornalista ex inviato Rai ha poi collegato la sua malattia ai suoi servizi di guerra, fatti soprattutto in ex Jugoslavia: “Si prende perché si respirano particelle di amianto senza rendersene conto: una fibra di amianto è 6mila volte più piccola e leggera di un capello. Una volta liberata nell’aria non si deposita più per terra, uno la respira senza rendersi conto”. Di Mare ha comunque voluto lanciare un messaggio di speranza: “Non è vero che domani non ci siano possibilità, al momento no. Non bisogna buttarsi giù, lo dico agli ammalati di questo stesso tumore che ho io, che si può andare avanti con ragionevoli speranze che ci sia una soluzione e che non sia così lontana”. E ancora: “Io ho avuto una vita bellissima, le memorie che ho sono piene di vita, non mi voglio fossilizzare attorno all’idea della morte ma all’idea che c’è una vita, anche tutti i giorni. Quello che mi spiace tanto è scoprirlo solo adesso”, ha aggiunto: “Non è ancora tardi, non è ancora finita. Come diceva Boškov, la partita finisce quando l’arbitro fischia e il mio arbitro non ha fischiato ancora”.