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Eruzione Campi Flegrei, la tv: “Napoli sepolta come Pompei sotto 30 metri di cenere”

La tv pubblica svizzera ha mostrato cosa accadrebbe a Napoli se ci dovesse essere un’eruzione dei Campi Flegrei. La Rsi ha realizzato un reportage di 42 minuti e 24 secondi mostrando quello che potrebbe accadere e totalizzando 300mila visualizzazioni su YouTube.

Nello scenario apocalittico sono state mostrate parti della città, su tutte piazza del Plebiscito, sommerse sa nubi, fiamme e cenere. Una sorta di paesaggio post atomico. Dopo la visualizzazione del documentario in molti hanno commentato il modo allarmante in cui è stato mostrato lo scenario post eruzione. Sui social e su Youtube qualcuno si è domandato se i toni non siano stati gonfiati. Il vulcanologo Patrick Allard dice: «Vedremo colonne eruttive che si innalzano per diverse decine di chilometri, almeno fino alla stratosfera.

La cenere cade su Napoli, anche più lontano, ci sono delle vittime e grande distruzione». Ma anche «Il vulcano dei Campi Flegrei contiene ormai così tanta lava e tanta pressione che il cataclisma è inevitabile e inizia alla Solfatara» e poi «Su Napoli incombe una minaccia, un pericolo che spaventa l’Europa, alcuni scienziati ritengono che i Campi Flegrei siano responsabili della scomparsa dell’uomo di Neanderthal, 40 mila anni dopo ci sono segnali di risveglio, la catastrofe potrebbe avvenire in qualsiasi momento».

Secondo Amy Donovan, professoressa di Geografia all’Università di Cambridge: «La città dovrebbe essere deserta perché l’aria sarebbe satura di cenere, materiale piroclastico e residui vulcanici di ogni tipo». E ancora, la voce della giornalista fuori campo commenta: «Napoli scompare sotto trenta metri di materiale vulcanico». Segue il frame di animazione che mostra la città ormai coperta da una coltre di cenere grigio-rossastra con la sola eccezione della collina di San Martino, al Vomero.

Un team di esperti sta lavorando per rispondere alla seguente domanda: quanto tempo hanno le persone pper scappare dalla vera eruzione? Diego Perugini, direttore del dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia «Studiando il materiale eruttato in passato andiamo a leggere che almeno due magmi si sono incontrati all’interno della crosta terrestre e hanno iniziato a mescolarsi. Abbiamo ricreato il processo in laboratorio e per quello che possiamo stimare, dall’inizio del mescolamento dei magmi fino all’eruzione i tempi sono m0lto brevi, dell’ordine di decine di minuti». La voce fuori campo conclude: «Trenta minuti sono pochi per evacuare una città»

Ecco il video: